LA PESCA SUBACQUEA IN APNEA

La quantità di pesci a noi pare stia riducendosi radicalmente a causa della dissennata pesca con reti, palamiti (… e bombe): in tanti anni abbiamo visto solo una volta la Polizia portuale in giro (nel 2003! quando ci hanno chiesto con molta gentilezza a Limnos la licenza mentre eravamo in acqua, forse perché eravamo ai limiti di una zona militare).

Per la pesca subacquea in apnea (partendo da riva!) non occorre più la licenza, ma ci sono delle regole da rispettare!

Non si può pescare pesci più piccoli di un etto e mezzo e polpi minori di 0,5 kili, non si può fare pesca subacquea di notte (anni fa era molto diffusa: di notte i pesci grossi vengono vicino a riva e basta inquadrarli nel fascio di una lampada subacquea perché si immobilizzino e … zac, il gioco è fatto! Molto più semplice che di giorno), non si può portare una lampada subacquea neppure di giorno, non si può pescare a più di 10 metri di profondità e non si può pescare nel mese di maggio ed ovviamente nelle vicinanze delle spiagge frequentate e non è consentita ai minori di 18 anni ... invece i greci pescano in profondità, vicino alle spiagge, anche i bambini, nel mese di maggio, portano pile e repellenti per stanare i polpi,  ma urlano se lo fate voi!

In Capitaneria vi raccomanderanno di essere sempre in due in acqua (anche se uno solo ha il fucile) ed è un’ottima regola per chi scende in apnea (pochi sanno che molti incidenti subacquei avvengono a chi fa apnea). Purtroppo chi la fa non s’informa dei rischi che corre credendo che pochi metri di discesa non rappresentino alcun pericolo, ma sono proprio i primi metri i più difficili e soprattutto le ripetute e ravvicinate discese le più rischiose. Attenti anche a non impigliarvi in reti (che non dovrebbero essere messe vicino alla costa, ma le calano eccome anche di giorno!).

Dopo il “riposo” di maggio (pesca sub vietata in questo mese) i pesci sono meno nervosi (più facile puntarli …) poi con le settimane di caccia diventano più diffidenti (e più rari!) salvo rilassarsi un po’ nei mesi autunnali …

Non sono un gran sub: scendo di pochi metri per pochi secondi, ma ormai pesco polpi così spesso che dopo un po’ vengo fermato da mia moglie...(e pensare che un tempo non li vedevo assolutamente), qualche branzino (devono essere scemi: si fanno prendere facilmente le rare volte che li incontro), qualche seppia, tante triglie (squisite impanate e fritte!), rare sogliole, cefali, lucci, talvolta qualche orata (“ciondolano” apparentemente senza meta e non scappano troppo, come invece fanno i loro cugini saraghi che sono sempre all’erta!) qualche cicala di mare (sono più pregiate delle aragoste), ostriche e ricci (a chi piacciono).

Quelli bravi nuotano sul fondo anche due o tre minuti ed usano fucili ad elastico piuttosto lunghi con arpione e prendono splendidi pesci. Ma io che reggo solo pochi secondi sott’acqua ho dovuto adattare la mia tecnica alle mie possibilità…!

Questi appunti sono per quelli come me!

Vi suggerirei di usare sempre una fiocina a cinque punte (attenzione cercate di comperare quelle “antiurto” in un negozio della vostra città che sia altamente specializzato per i sub, altrimenti vi troverete ben presto con punte rotte e inutilizzabili e badate bene: non è che queste punte non si piegano o rompono mai … sono solo migliori e più solide!)  su un fucile (preferisco quelli ad aria compressa rispetto a quelli ad elastico: si caricano più facilmente) piccolo (tipo il "mini sten" della Mares o simili: sono trent'anni che lo uso senza aver mai fatto altro che sciacquarlo in acqua dolce a fine vacanze, mai un problema!), senza regolatore di potenza (lo trovo inutile e ci si impiglia ... dal mio ho tolto la levetta sporgente!) e non troppo potente se no all’impatto con gli scogli la punta si rompe comunque!. L'asta della fiocina andrebbe in acciaio inox per non avere problemi di ruggine.

Cercate di pinneggiare in superficie senza fare sciabordio di acqua in assoluto silenzio (non controvento o contromare perché fa un gran chiasso) piano piano (non stupitevi ora!) cercando di non apparire un grosso predatore che cerca pesci ... mentre se vi fate portare sul bersaglio da mare e vento sembrerete un innocuo relitto galleggiante, o un bagnante che nuota per i fatti suoi … girate alla larga dal pesce fino al momento di colpirlo. Guardate bene avanti e non solo sotto di voi (se vi riesce di vedere il pesce prima che lui veda voi siete in vantaggio ... se poi è un branzino che viene verso di voi basterà immobilizzarsi come un relitto qualsiasi ed attendere che vi venga quasi addosso per colpirlo)! Sparate solo a distanza ravvicinata (massimo un metro, meglio molto meno!). Aggirate le prede tenendovi tra loro ed il mare aperto così se dovrete inseguirle le costringerete verso acque sempre più basse.

La triglia andrebbe colpita quando si ferma (o meglio quando si tranquillizza e comincia a smuovere il fondale con i suoi baffetti sotto il mento) arrivandole da dietro e sopra in verticale mirando alla testa (attenti al rumore in immersione ed alle bolle del “boccaglio”! Ma è più importante fare in fretta, specie quando si blocca credendosi mimetizzata con il fondo!) debbo aggiungere che la triglia agisce spesso in compagnia di un secondo pesce che approfitta delle sue capacità di smuovere il fondo ed in cambio le fa da guardia: se il pesce di guardia è una donzella non si allarmerà più di tanto, ma se è un piccolo sarago sarà molto più nervoso e diffidente! La trovate da qualche anno anche unita a branchi di pesciacci simili alle salpe, ma senza le righe gialle orizzontali (qui li chiamano “hiermanos” e sono anche loro immangiabili - neppure i gatti li vogliono! - ormai hanno invaso il Mediterraneo).

Una triglia con una donzella (a sinistra) di guardia ... ultimamente (2024) troviamo un nuovo incrocio tipo triglia (con i baffetti rovista il fondo, stessi colori, ma ha il muso più allungato e l'ultima parte del corpo verso la coda è gialla con una macchia nera circolare) ed è molto più diffidente delle "vecchie" triglie e scappa subito come i saraghi.

Tre triglie si accodano ad un gruppo di iermanos.

Il cefalo e altri pesci mai fermi andrebbero seguiti con calma e costretti verso acque più basse e colpiti “al volo” anticipando le loro mosse dopo averli stancati (in qualunque momento potrebbero distanziarvi come una formula uno potrebbe fare con una utilitaria, ma sembrano non pensarci - almeno all’inizio - e prima che se lo ricordino dovrete colpirli …!).  Con polpi, seppie e sogliole non avrete che il problema di mirare con calma dietro gli occhi (veramente il polpo si ritrae nella sua tana piano piano e, solo in questo caso, è utile l’arpione perché la tana è stretta per una cinque punte) e la seppia parte velocissima all'improvviso! La sogliola invece sta ben ferma sotto la sabbia (a volte anche la seppia!): ma voi potete vedere il segno del perimetro e gli occhi e mirare con calma!

Con i pesci in branco (cefali, branzini, orate, lucci di mare) l'errore più comune è sparare nel mucchio ... occorre invece concentrarsi su uno solo (il più grosso e vicino) e colpirlo!

Prima di sganciare il pesce dalla fiocina uccidetelo girandogli la testa all'indietro perché smetta di soffrire e anche perché una volta liberato potrebbe scivolarvi via. Al polpo occorre girare la sacca della testa e svuotarla di tutto: è il solo modo perché smetta di soffrire ed agitarsi magari riuscendo a liberarsi poi dalla rete nella quale mettete le prede. Murene e gronghi, se volete proprio prenderli, occorre colpirli alla base del "collo", evitare che si "rintanino" e mozzare poi loro la testa prima di sganciarli.
 

Fokiano ... dagli allevamenti dietro il capo sono arrivate queste orate tutte sul mezzo kilo per la rottura di una vasca!

Un polpo scappa ed un altro rientra nella tana e sposta qualche sasso per mascherarsi.

Una murena (oggetto di ridicole leggende metropolitane circa la supposta tecnica di fare scorrere le spine nella zona caudale con una manovra di “spremitura”: nessuna spina si muove! Semplicemente le murene hanno moltissime spine specie in coda …)

Una piccola sogliola ancora non insabbiata.

Una salpa: bella, facile come tiro, talvolta anche grandi ... ma sanno di m ...

 

Questi sono Siganus ... "Iermanos" li chiamano i greci! Pesciacci che hanno invaso il Mediterraneo passando dal canale di Suez, immangiabili (non li vogliono neppure i gatti) infestano le reti, sembrano buone prede, sono di un colore argenteo, ma meno brillante dei branzini, ed il manto è mutevole e mimetico all'occasione (nella foto ne vedete uno che ancora non ha mutato il mimetismo da "scoglio" a "sabbia argenteo".
Un pesce prete, facile piccola preda, due buoni filettini tipo nasello oppure in zuppa.
Un ospite meraviglioso, ma sgradito arrivato da qualche anno attraverso Suez dall'oceano Indiano: il pesce scorpione. I suoi pungiglioni sono molto velenosi. Potreste vederlo fluttuare anche vicino alla superficie accanto agli scogli.
Una donzella pavonina, bella, non valida come cibo.
Una piccola cernia (piccola vuol dire mezzo kilo ...). Se ne trovano parecchie.
Il pesce pappagallo, alcuni li mangiano, noi no! Ne vedrete spesso di bicolore (metà anteriore e posteriore) argento/nero, giallo/marrone, varie tonalità bordeaux ... belli!
Altro regalo del canale di Suez: il riccio Diadema (se guardate bene vedrete 5 brillanti disposti a pentagono sul corpo) affascinante, ma molto invasivo (dove arriva lui spariscono i ricci nostrani), molto grande (le spine maggiori sono sui 20/30 cm) e quelle più arretrate sono velenose.